Enormi dune fanno da cornice ad una spiaggia senza fine, il delicato colore della sabbia si stempera in un blu cobalto che si perde nell’orizzonte. Siamo a Jangamo – Mozambico provincia di Inhambane, un luogo selvaggio dove pochi e spartani resort offrono ospitalità ad un esiguo numero di turisti alla ricerca di nuove emozioni.
Siamo giunti ad Jangamo con l’auto presa a noleggio in Sudafrica, arrivati con l’aereo a Johannesburg, abbiamo guidato attraverso gli splendidi altopiani concedendoci una sosta di due notti presso lo Skukuza, un campo attrezzato, all’interno del Kruger Park. Dallo Skukuza abbiamo raggiunto il confine con il Mozambico che dista solo un centinaio di chilometri, sbrigate le pratiche di frontiera, abbiamo divorato in un battibaleno altri cento chilometri e raggiunto Maputo. Da Maputo inizia una strada impegnativa, 400 chilometri tra sterrato, asfalto malridotto, passando attraverso villaggi e piantagioni per giungere nei pressi di Inhambane. Rossa la sabbia che percorre gli ultimi 15 chilometri; guidare sulla sabbia, specialmente senza un veicolo adatto, è un’impresa allucinante. Dopo esserci insabbiati un paio di volte riusciamo finalmente a giungere al resort. Semplici capanne, molto spartane, si ergono sopra dune altissime. La vista si affaccia su una spiaggia senza fine che si perde in un oceano immenso. Un solo colpo d’occhio e ci si sente ripagati per le fatiche del viaggio.
La ragione principale del nostro viaggio sono le mante. Manta point è un sito di immersione caratterizzato dall’abbondante presenza di questi splendidi animali. Il reef è frequentato da numerose mante grazie alla presenza delle “cleaning station” ovvero stazioni di pulizia. Molti pesci, di diverse specie, si alternano nella pulizia mangiando i parassiti che le infestano. Jean Pierre Botha, la nostra guida subacquea, ci spiega che la maggior parte di questi animali sono femmine, molte presentano dei segni evidenti di morsi di squalo, e in alcuni periodi dell’anno è possibile imbattersi in animali gravidi. Gli esemplari che frequentano le cleaning station variano nel corso dell’anno, si pensa si fermino alcuni giorni per poi continuare nei loro percorsi migratori. Jean Pierre, chiamato dai locali JP, è un subacqueo esperto che ha collaborato alla realizzazione di molti documentari subacquei, collabora con una nota biologa americana ad un progetto di ricerca attraverso il monitoraggio con rilevatori, tag identificativi, etc.
Dopo una breve avventura per uscire in mare a causa delle continue onde che si infrangono sulla spiaggia, partiamo alla volta di Manta Point. Il tragitto dura circa mezz’ora, durante il viaggio è possibile, a seconda della stagione, imbattersi in squali balena o megattere. Una volta giunti sopra il cappello della secca, circa 18/20 metri, scendiamo in acqua; la temperatura varia a seconda del periodo, diciamo comunque che non scende mai sotto i 21/22 gradi. La visibilità non è eccezionale, a causa dell’abbondante presenza di plancton, e del resto se ci sono animali di questo tipo e proprio grazie all’abbondanza di nutrimento. Le stazioni di pulizia si trovano ad una profondità compresa tra i 22 e i 24 metri; la difficoltà maggiore nell’effettuare delle buone riprese è costituita dalla forte risacca, sempre presente a causa della mancanza di una vera e propria barriera corallina.
Le mante, dai 4 ai 10 esemplari, si lasciano facilmente avvicinare, bisogna comunque evitare assolutamente di inseguire gli animali, conviene una volta giunti in prossimità della cleaning station, rimanere immobili ed aspettare che gli animali spinti da naturale curiosità si avvicinino; a volte arrivano così vicino da toccare i subacquei.
E’ fantastico vedere questi animali in fila che aspettano impazientemente il loro turno di pulizia, e la moltitudine di pesci indaffarati nel loro lavoro. Abbiamo notato che gli animali non amano essere circondati, infatti in svariate occasioni, animali che erano tranquilli già da diverse decine di minuti, sparivano di colpo se i subacquei si disponevano sui due lati dell’animale. Utile inoltre per carpire immagini dettagliate della pulizia e campi stretti, una lente che consenta di zoomare, anche se l’acqua a dire il vero, a causa della sospensione, non lo consentirebbe. Bisogna cercare quindi di mettersi con il sole alle spalle, altrimenti lavorare con lo zoom sarà impossibile. Attenzione anche alle soste di decompressione, visto che l’immersione è praticamente quadra, sarà facile rimanere incantati dai soggetti e passare un quarto d’ora di decompressione in acqua libera non è piacevole.
Oltre alle mante i reef di Jangamo offrono numerosi spunti video, sia macro, purtroppo non agevoli a causa della risacca, sia di ambiente grazie alla presenza di branchi di lutianidi e carangidi. Purtroppo, a causa della presenza di numerosi pescherecci giapponesi, non sono presenti squali di alcun tipo, fatto salvo gli squali balena numerosissimi tra novembre e febbraio.
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INDIRIZZI E INFORMAZIONI UTILI
Reportage realizzato in: agosto 2005
Stagionalità: mante presenti tutto l’anno, da novembre a febbraio è presente una grande quantità di squali balena.
Come arrivare: voli da svariati aeroporti europei per Johannesburg, trasferimento da Johannesburg all’aeroporto di Pretoria e coincidenza con volo locale per Imhambane. Maggiori informazioni le può fornire Jean Pierre. Oppure noleggiando un’auto a Johannesburg.
Visto: obbligatorio, ottenibile presso l’ambasciata del Mozambico.
Corrente elettrica: 220 wolt, attenzione; a causa della mancanza della linea elettrica, l’energia viene fornita dai generatori, quindi a determinate ore l’energia no è disponibile. Ulteriori informazioni ottenibili in loco.
Precauzioni sanitarie: profilassi antimalarica.
Lingua: portoghese, inglese
Camera iperbarica: non presente, punto più vicino il Sudafrica.
Jean Pierre Botha jpb@iafrica.com
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